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La lattoferrina è una proteina che appartiene alla famiglia delle transferrine e il nostro organismo è in grado di produrla; si trova in molte secrezioni come nel latte materno, nelle lacrime, nella saliva e nell’intestino, dove svolge azione protettiva nei confronti degli agenti esterni con azione antibatterica e antiossidante grazie alla sua capacità di legare il ferro.
La Lattoferrina possiede anche un’importante azione di modulazione dell’infiammazione grazie alla sua capacità di inibire la sintesi di sostanze coinvolte nell’infiammazione stessa.
La lattoferrina rientra nel documento del Ministero della Salute “Altri nutrienti e altre sostanze ad effetto nutritivo o fisiologico” e il suo apporto massimo giornaliero è indicato essere di 200 mg.
Attualmente, non risultano claims autorizzati dall’Efsa (l’Autorità europea per la sicurezza alimentare) specifici per i prodotti a base di lattoferrina.
Alcuni riferimenti bibliografici degli ultimi anni ci fanno capire come mai oggi se ne parli anche per l’attuale coronavirus.
Partendo dalla presenza fisiologica della Lattoferina nelle secrezioni, diversi studi recenti hanno valutato il suo conivolgimento in diverse situazioni infiammatorie e la sua attività in vitro verso i patogeni virali che causano infezioni comuni come il raffreddore, l'influenza, la gastroenterite, il raffreddore estivo e l'herpes, dove la Lattoferrina sembra inibire principalmente l'attaccamento virale alle cellule bersaglio.
Secondo un’altra recensione, la Lattoferrina è risultata essere un buon agente immunomodulatore che agisce sulle risposte immunitarie innate e adattive, con attività antimicrobica contro parassiti, funghi e virus e con proprietà rigenerative a livello tissutale.
Un altro studio sulla Lattoferrina ha riguardato il suo potenziale antivirale verso alcuni virus come il Chikungunya (CHIKV) e lo Zika (ZIKV), arbovirus trasmessi da alcune specie di zanzare che hanno creato recenti focolai anche in alcune zone d’Italia (Emilia Romagna e Lazio nel 2017-2018)
In uno studio italiano recente e pubblicato lo scorso luglio sull’International Journal of Molecular Sciences: Lactoferrin as Protective Natural Barrier of Respiratory and Intestinal Mucosa against Coronavirus Infection and Inflammation, è stata valutata la Lattoferrina nel suo ruolo di contrasto dell’infezione e dell’infiammazione da coronavirus, agendo come una barriera naturale della mucosa sia respiratoria che intestinale o ripristinando i disordini del ferro relativi alla colonizzazione virale o modulando la risposta immunitaria o regolando riducendo le citochine pro-infiammatorie rilasciate dall'infiammazione virale.
La Lattoferrina potrebbe essere usata in pazienti asintomatici o lievemente sintomatici per prevenire il peggioramento della SARS-CoV2. Lo studio indica i dosaggi ideali di Lattoferrina che devono essere diversificati sulla base della gravità dei sintomi. I pazienti asintomatici con COVID-19 dovrebbero usare 300 mg, somministrati per via orale, raddoppiando il dosaggio (massimo 1gr) per i pazienti lievemente sintomatici. Nello studio viene suggerito di mantenere il trattamento almeno fino a quando il buffer COVID-19 diventa negativo. I limiti del dosaggio dello studio si scontrano con il massimo dosaggio permesso giornalmente sugli integratori alimentari che, come anticipato, è di 200 mg in soggetti adulti.
Dopo 20 anni di esperienza nel campo della medicina complementare il nostro team di ricerca e sviluppo ha messo a punto per la linea Fitodal, un prodotto per sostenere la modulazione della flora dell’intestino, sede importante della risposta immunitaria, con più attivi sinergici tra loro grazie, non solo alla presenza di fermenti lisati e prebiotici specifici per fasce di età, ma anche alla preziosa lattoferrina per modulare al meglio la risposta infiammatoria e immunitaria intestinale con dosaggi sinergici per il suo ruolo all’interno della formulazione (120 mg nella dose giornaliera consigliata di 2 bustine).
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Per farvi capire l’importanza di questa sostanza ricordiamo che esiste un’analisi di laboratorio sulle feci che quantificandone la sua presenza la mette in relazione al grado di infiammazione intestinale presente. Infatti, nell’organismo la Lattoferrina viene depositata nei granulociti neutrofili (una specifica forma di globuli bianchi), che la rilasciano in caso di infiammazione e quando questo rilascio avviene nell’intestino la proteina può essere ritrovata nelle feci diventando quindi un buon indice relativo al grado di infiammazione intestinale.
Crediamo infine che oltre all’importanza di ridurre il rischio di contagio da tutti i vari virus influenzali osservando le linee guida ministeriali sia importante arrivare “pronti” ad un eventuale incontro con i virus ovvero nelle migliori condizioni in termini di capacità di risposta di modulazione e difesa.
In questi tempi si fa la corsa a scoprire sostanze miracolose, la nostra mission è invece e soprattutto continuare a scoprire il miracolo del corpo umano e le sue funzioni per poi mettere le basi di sviluppo sulle nostre linee.
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